Recensione: "L'ETÀ SOTTILE" di Francesco Dimitri

11/20/2013

Buongiorno carissimi lettori!
Oggi vi propongo la recensione di un libro che ho conosciuto grazie al blogtour organizzato dalla Salani e che ho amato molto. Si tratta de L’età sottile di Francesco Dimitri.
 Se volete recuperarvi anche le altre tappe potete dare un’occhiata a questi link:

#1 tappa - 14 ottobre: Il profumodei libri 
#2 tappa - 21 ottobre: Reading is Believing
#3 tappa - 28 ottobre: Stelle nell'Iperuranio 
#4 tappa - 04 novembre: BooksLand  
#5 tappa - 11 novembre: La Bella e il Cavaliere
#6 tappa - 18 novembre: 
Mr. Ink: Diario di una dipendenza
#7 tappa - 25 novembre: 
Il profumo dei libri

E preparatevi, perché il 25 potrete vincere anche voi una copia del libro andando sul blog Il profumo dei libri.


Passiamo ora alla recensione.

Titolo: L'età sottile
Autore: Francesco Dimitri
Editore: Salani
Prima edizione: 9 maggio 2013
Pagine: 396
Prezzo: € 15,90


Iniziare questo libro è stato un po’ come leggere per la prima volta Harry Potter. Non parlo della storia ma della sensazione provata nell’iniziare. Per un attimo sono tornata indietro alle mie prime letture, quando l’eccitazione per la storia in cui mi stavo imbarcando cancellava il resto del mondo e sapevo, al di là di ogni logica, che stava per succedere qualcosa di meraviglioso.

Lo incontrai per la prima volta a quattordici anni. Era la fine dell’estate, che a quell’età somiglia alla fine del mondo. L’estate ha un brutto modo di andarsene: muore lentamente, come una persona malata quel tanto che basta da darti il tempo di soffrire, ma non quello di abituarti all’idea che non ci sarà più.

Quando Gregorio incontra Levi non sa che quell’uomo dall’aria distinta rivoluzionerà completamente la sua vita e lo farà in modo assurdo e imprevedibile: gli insegnerà la magia.


«Voglio insegnarti la magia».

«Perché?».

«Perché posso».

Niente fiamme dalle mani, niente evocazioni di demoni o altri eventi prodigiosi. Levi gli consegna un biglietto da visita.

Ovviamente avrei dovuto buttarlo, non avrei dovuto pensarci neanche per un istante. Ma non c’è niente di ovvio a sedici anni, né mai.

Gregorio non può prendere sul serio Levi perché…

Io ero uno studente di liceo classico: per me gli dei erano un branco di tizi molto vecchi che facevano cose noiose in greco. E se uno vuole insegnarti la magia non ti si avvicina in un cesso pubblico per darti un biglietto da visita.
Nonostante tutte le sue riserve, Gregorio è curioso. Levi gli sembra un uomo qualunque, forse un po’ matto, ma di sicuro non il grande mago che dice di essere. Così sta al gioco, entra nella tana del Bianconiglio.

«Il punto non è cosa vedi, Gregorio: il punto è cosa scegli. Vedere o no è irrilevante».

L’inizio del cammino di Gregorio sulla strada della magia è quasi un gioco, un modo per passare le lunghe settimane estive a Portodimare, prima di tornare a Roma e alla vita vera. Ma non si può tornare indietro, Gregorio se ne rende conto nel modo più duro e si troverà così diviso in due, tra la sua vita con il Maestro e la Realtà, quell’imbrogliona.

Rivelarvi altro sulla trama sarebbe un delitto, perciò mi fermo qui.
Ho letto questo libro senza nemmeno leggere la trama, fidandomi ciecamente del consiglio di Bianca Marconero che è stata l’iniziatrice di tutto questo. Forse è stato il non sapere nulla a rendere così travolgente la lettura, o forse è stato semplicemente merito del talento di Dimitri, che ha saputo catturarmi fin dalle prime righe. Qualunque sia la ragione, L’età sottile mi ha conquistata.
Si parla di magia, è vero, ma si parla soprattutto di crescita, di scelte e di cambiamenti. La strada per diventare mago è lastricata di difficoltà che portano Gregorio a rivedere se stesso, mettere in discussione ciò che fa e l’uomo che vuole diventare, a scoprire nuovi lati di sé che forse sarebbe stato più facile ignorare.


«Non lo so, vorrei potermi considerare una brava persona».

«Lo vorremmo tutti».

E poi c’è lei, la magia vera e propria. La magia che va oltre i trucchi di prestigio, oltre gli incantesimi e oltre tutto ciò che la nostra mente può sognare.

«Volontà e Immaginazione, Gregorio: è il nodo che forma la magia».
Quello che mi è piaciuto di più è stata proprio la voce narrante, il punto di vista di Gregorio, così normale e così diverso. È stato facile immedesimarsi in lui, nel suo scetticismo iniziale, nella sua scelta di provare, anche se solo per gioco, e poi nel suo bisogno di andare avanti. Quando decide di andare da Levi non ho potuto fare a meno di chiedermi: cosa farei io al suo posto?
Non ho ancora trovato la risposta.
Allora lo chiedo a voi: cosa fareste se un uomo, un giorno, vi proponesse di diventare il suo apprendista? Chiamereste la polizia o lo seguireste?
Io sono convinta che in fondo siamo tutti in attesa di un Levi, di qualcuno che spalanchi per noi le porte dell’incredibile, le porte della magia. E forse è già successo, solo che non ce ne siamo resi conto e abbiamo perso la nostra occasione. O forse no.
Nel dubbio, io mi tengo pronta.


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