Recensione + intervista : L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI CRISTIAN GREI di CHIARA PARENTI

3/10/2015


Scheda tecnica:
Titolo: L'importanza di chiamarsi Cristian Grei
Autrice: Chiara Parenti
Formato: e-book
Editore: Rizzoli
Collana: You Feel
Trama: Cristian Grei ha trentadue anni e una sola, acerrima nemica: E. L. James, che con le sue 50 Sfumature gli ha rovinato la vita. Tutte le donne, infatti, appena sentono il suo nome, vedono in lui un dominatore in 3D e l’incarnazione delle più proibite fantasie erotiche. Ma se vivi a Prato, fai il becchino nell’agenzia di onoranze funebri di famiglia e sei ipocondriaco, avere il nome “uguale” a quello del più grande amatore di tutti i tempi, che si sposta in elicottero ed è a capo di un’azienda leader mondiale,può creare una costante e fastidiosissima ansia da prestazione.
Solo Antonella, l’amica di sempre, è in grado di divertirsi giocando con lui e tenere a bada le sue mille ansie, ma soprattutto è disposta ad amarlo per quello che è realmente.
Cristian Grei riuscirà finalmente a capire che è lei la donna giusta? E soprattutto sarà “pronto a riceverla”?

La mia visione d'insieme:
Cristian è un giovane becchino italiano che dopo il successo della famosa trilogia delle 50 sfumature si vede aggredire sessualmente da tutte le donne che gli capitano a tiro a causa della sua omonimia con il protagonista di tale saga. Peccato che Cristian non sia proprio il tipo in grado di approfittarne, ipocondriaco ed insicuro, alle avance risponde chiudendosi in genere a riccio. 
Al fianco di Cristian, ormai da 4 anni, c'è Tony ovvero Antonella, una giovane dottoressa italo-americana che con lui ha un'infinita pazienza, lei è la sua migliore amica, peccato sia chiaro sin da subito che lei è innamorata di lui!
Quando Cristian inizia a frequentare una ragazza mostrando a Tony tutto il suo interesse, per lei è troppo, il suo cuore non riesce a reggere ancora e a nascondere i propri sentimenti.
Qualche dubbio nel loro rapporto inizia a farsi strada ma, per paura, nessuno dei due osa affrontare davvero la realtà. Riusciranno a venirne a capo? Lascio a voi scoprirlo.

Entrambi i protagonisti sono davvero spassosi, lui maniacale ed appassionato di esami medici e lei con la sua vocetta interiore che le dice cosa fare o non fare.

Stranezze a parte, entrambi si portano dietro un dolore che da anni impedisce loro di vivere serenamente la propria vita, da una parte per Cristian la perdita della madre, dall'altra per Tony l'amore non corrisposto per quel ragazzo che è sia la ragione che la cura del suo malessere.

Chi mi conosce sa che non sono una fan delle 50 sfumature, questa non è una parodia del genere per cui, avendo anche già letto l'autrice, ho accolto volentieri il suo invito a leggere questo libro e devo dire che gliene sono davvero grata.

E' toccante per tante ragioni ma anche molto divertente, alla fine prima ho sorriso e poi ho riso davvero di gusto, per fortuna ero da sola altrimenti mi avrebbero presa per matta!

Che dire, una piacevole sorpresa, un piccolo concentrato di parole che è andato oltre le mie aspettative deliziandomi di fila per qualche ora ed è riuscito a svegliarmi dopo che la caffeina non mi aveva fatto nemmeno il solletico.

Non vedo l'ora di leggere il prossimo romanzo di questa giovane e promettente autrice!



più che bello, 4 cuori e mezzo!

La mia intervista all'autrice:


Cerchiamo di conoscerti meglio per cui, quando hai iniziato a scrivere e perché?
So bene che in questi casi bisognerebbe rispondere che leggo e scrivo da quando ero una blastula nell’utero di mia madre. Però non è così. È vero che a scuola ho sempre preferito l’italiano alla matematica (e infatti ho scelto il liceo scientifico per puro masochismo), ma ovviamente scrivere un tema o un romanzo non sono proprio la stessa cosa.
Ho sempre inventato storie, questo sì. L’idea di scriverle, queste storie, è nata per caso: per gioco, in realtà. Un pomeriggio d’estate del 2008, scherzando con mio marito sul mutuo da pagare, mi disse che avrei dovuto mettermi a scrivere le mie storie, così sarei diventata famosa come la Rowling e ci saremmo trasferiti in un castello senza più il mutuo da pagare. Ora, ovviamente non abitiamo in un castello (e il trasferimento non pare neanche tanto imminente, per la verità) e la rata del mutuo arriva puntuale ogni mese come le mestruazioni, però ho scoperto che scrivere mi piace sopra ogni cosa. Oggi i libri sono diventati la mia più grande passione e ora non so più come si fa a smettere.


A parte il manuale di aiuto per aspiranti scrittori e due libri d’attualità, hai pubblicato tre romanzi rosa dal mood ironico, è questo il genere che preferisci?
Al momento credo di sì, mi piace raccontare storie d’amore ma anche divertirmi e far divertire. Poi però sono strana e ci sta che col tempo possa anche cambiare genere… Di certo però non mi dedicherò mai all’horror, visto che una volta sono svenuta solo per dover fare una lastra.


A parte  “Topino Adorato”, cosa ispira le tue storie? Quanto di Chiara c’è tra i sentimenti  e pensieri dei personaggi?
Conosci Topino Adorato, che bello! Non lo rammenta mai nessuno! Comunque sì, lui è la mia più grande ispirazione. Indovina un po’ da chi viene l’ipocondria del mio Mr Grei?
In generale, comunque, l’ispirazione arriva da qualsiasi cosa: un film, un libro, quello che mi succede o che succede a chi mi è vicino. Quanto c’è di me nei miei personaggi? Tantissimo, forse troppo. Avete presente Katie Baker che fa yoga e conta gli scalini? Ecco, conosco anche un’altra persona che fa la stessa cosa…


Prima un riferimento a Mary Poppins, poi uno alle chiacchierate Sfumature, quanto le tue letture e i tuoi  gusti in fatto di film e libri influenzano le tue opere?
Moltissimo, come ti dicevo. Adoro le storie: che siano reali, di vita, oppure cinematografiche o letterarie, non importa: ogni storia ti resta dentro e crea il seme per un’altra storia, e così via. Ed è proprio da qui che nascono i miei romanzi.


Da lettrice interessata ti chiedo: hai già un nuovo romanzo in cantiere?
Sto lavorando a un nuovo progetto: è qualcosa di molto, molto diverso stavolta, che richiede più tempo e dedizione, ma che spero tanto vi piacerà.


Tra cartaceo e digitale, come lettrice, cosa preferisci? E come autrice, invece? Sono due domande perché penso la risposta non debba necessariamente coincidere.
Dunque, diciamo che sia come autrice che come lettrice, preferisco il cartaceo, anche se spesso finisce che leggo in ebook per una questione di praticità. Come autrice, inutile negare che preferirei  il cartaceo e che ogni notte nei miei sogni – ma anche di giorno, a dir la verità  ̶  immagini di approdare un giorno in libreria. 




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