Recensione: "LE CESOIE DI BUSAN (La studentessa e il potatore vol.1)" di Karen Waves

8/19/2016

Oggi vi parlerò di un libro che non avevo in programma di leggere, ma mi sono ritrovata a finire prima di rendermi conto che la curiosità aveva avuto la meglio.
Fin dalla pubblicazione Le cesoie di Busan aveva due argomenti di un certo spessore a suo favore: Busan (e la Corea del Sud, in generale) e Won-ho.
Certo, poi ho letto la trama.
In ogni caso ero decisa a resistere alla sirena al potatore ammaliatore, con l'idea di leggerlo in un più in là non meglio definito. Solo che ho commesso un errore: ho iniziato a seguire Karen Waves su instagram (a proposito, vi consiglio di aggiungerla). Leggere gli estratti, le curiosità sulla Corea e sui processi di scrittura hanno portato la mia curiosità alle stelle. Così, prima del previsto e dopo aver come al solito sproloquiato troppo a lungo, vi dico la mia sul primo romanzo della serie La Studentessa e il Potatore.

Titolo: Le Cesoie di Busan (La studentessa e il potatore #1)
Autore: Karen Waves
Editore: selfpublished
Prima edizione: 16 maggio 2016
Pagine: 194
Prezzo: cartaceo - € 5,20; ebook - € 0,99

Trama
Quando Valentina conosce Won-ho capisce subito tre cose: la prima, che è la persona più antipatica che abbia incontrato in Corea; la seconda, che le sue labbra bellissime non possono cambiare questo fatto; e la terza, che se le chiederà di uscire gli dirà sicuramente di no.
Dopotutto, non hanno niente in comune: solo un pessimo carattere, un umorismo tagliente, la profonda insofferenza per tutto ciò che non si possa fare in tuta e la passione che li consuma ogni volta che si incontrano.
Ma Won-ho è tanto abile nel convincere Valentina quanto lo è a potare gli alberi di Busan e così, tra picnic al chiaro di lampione e caldi pomeriggi nei frutteti, la loro relazione cresce e l’attrazione si fa sempre più intensa.
Anche se la coinquilina di Valentina insiste che si stanno innamorando e che sono fatti l’uno per l’altra, la famiglia di Won-ho si oppone e Valentina si trova di fronte a una scelta difficile.
La storia d’amore con Won-ho sopravviverà, o lei e il suo appassionato potatore hanno i baci contati?
***

La giornata di Valentina è iniziata piuttosto male, ma è sufficiente la prospettiva del pranzo sulla panchina all'ombra del suo albero preferito per cancellare le disavventure. Se non fosse che all'Università di Busan è giorno di potatura.
Dopo sei mesi già trascorsi in Corea, Valentina sa che non c'è modo di convincere l'operaio a chiudere un occhio, neppure per avere il tempo di gustarsi il suo meritato e delizioso kimbap. Eppure, Valentina ci prova: conquistata una panchina, ha già il libro in mano e il bento aperto, quando il potatore si avvicina. La ragazza non può far a meno di notare il fisico del potatore, che certamente non patisce il freddo di marzo, ma già lo detesta ed è pronta a tenergli testa: avrà pure delle belle labbra, ma si è messo tra lei e il suo pranzo. Quando, per quanto determinata, Valentina è costretta ad abbandonare il campo, non si accorge di aver dimenticato la sua copia di Calvino.
Ed è proprio il potatore a restituirglielo.
Sono queste le premesse da cui parte la storia di Valentina, che è partita per la Corea per preparare la sua tesi di laurea "Strategie di marketing sciistico in luogo di mare", e di Won-Ho, studente di letteratura italiana e potatore.
Se avete dimestichezza con i k-drama, leggendo Le Cesoie di Busan non potrete fare a meno di riconoscerne l'atmosfera e se una parte di voi avrà voglia di iniziare una nuova fiction coreana, l'altra apprezzerà il pepe che solo un personaggio come Valentina (estraneo alla cultura) poteva dare.
Non che Won-Ho sia restio ad assecondare la ragazza o non contribuisca ad accendere la passione.
Entrambi i protagonisti sono ben caratterizzati: non è difficile capire, per esempio, che le battutine sprezzanti e l'ostentata indifferenza di Valentina spesso non sono altro che un'armatura. Se è più facile cogliere le sfaccettature del carattere della ragazza, anche i sentimenti e l'indole di Won-Ho emergono con chiarezza agli occhi del lettore. Sempre attento nei confronti di Valentina, Won-Ho non rinuncia mai a rispondere alle sue frecciatine e tra piccole sferzate verbali, i due costruiscono un rapporto in cui non mancano le confidenze che in breve tempo (non solo narrativo) consentono di conoscere particolari della vita di entrambi.
Il romanzo si sviluppa intorno a loro ed è sorprendente rendersi conto che i personaggi secondari si riducono fondamentalmente a due: Yae-rim, la coinquilina di Valentina e oppa, il suo fidanzato.
In realtà, bisogna riconoscere che oppa non ha un ruolo attivo nella storia ed è, anzi, nominato molto più frequentemente di quanto non interagisca con gli altri. Eppure, ho trovato che proprio questa apparente inconsistenza fosse in sintonia con la descrizione che emerge dalle parole di Valentina e Yae-rim.
Allo stesso modo, seppure sullo sfondo e ridotto a poco più di un corrispondente di e-mail, è decisivo e rilevante il professor Francazolla.
Yae-rim, invece, è un personaggio a tutto tondo e trovo che aggiunga una dimensione spaziale alla storia. L'ho adorata: da quando l'ha accolta nel suo appartamento, Yae-rim è impegnata nella missione di civilizzazione di Vale, la quale naturalmente si oppone a qualunque tentativo di ingentilimento. Ne nascono battibecchi divertenti che vivacizzano le scene e l'idea generale della loro convivenza. Non si può dimenticare, infatti, che se Valentina instaura con Won-Ho una relazione interculturale, la prima persona con usi e ideali diversi con cui deve rapportarsi è proprio Yae-rim.

A questo proposito credo che la Waves abbia giocato bene con gli stereotipi, sfruttandoli a proprio vantaggio senza mai banalizzarli o dimenticare di rovesciarli.
Nonostante non sia certa che l'ambientazione e la caratterizzazione socio-culturale corrisponda strettamente alla realtà, ho trovato molto accurate le descrizioni e sono riuscita a immaginare bene gli spazi, dall'appartamento di Yae-rim alla biblioteca del campus e dalla spiaggia di Gwangalli al frutteto della villa in collina.
Se ho notato qualche difetto a livello formale, soprattutto in quelle formule un po' logore e ricorrenti nel genere (occhi che lampeggiano, sangue che si impenna, e così via), non mi è dispiaciuto lo stile della Waves che spesso lascia che i pensieri della protagonista emergano anche in frasi più narrative. La lettura, in effetti, è resa particolarmente scorrevole proprio dalla vicinanza al parlato, dalle colorite ed espressive incursioni di Valentina nel flusso narrativo che, convenzionalmente, le dovrebbe essere inaccessibile.
In conclusione sono contenta di aver ceduto alla curiosità e di aver letto Le Cesoie di Busan. Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo della storia della studentessa di Bassano e del potatore di Busan.



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