Francesca Verginella

Intervista #2: Conosciamo meglio Francesca Verginella

3/27/2013

Buonasera cari lettori,
vi abbiamo già presentato quest'autrice attraverso la recensione a confronto su uno dei suoi testi "Hope, Alaska", sto parlando di Francesca Verginella. E' proprio in seguito alla lettura di questo libro che mi è venuta la curiosità di conoscerla meglio e abbiamo fatto una chiacchierata da cui è nata l'intervista che segue. In parte è già stata pubblicata sul mio blog, dico in parte perchè alcune domande, e risposte ovvio ^_^, le potete trovare solo qui. Visto che parliamo di autori italiani agli esordi, ho voluto chiedere a Francesca Verginella cosa ne pensa del mondo editoriale e qual è la sua esperienza. Basta introduzioni e passiamo all'intervista. 

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1  Visitando il tuo sito ho visto che sei una persona poliedrica: scrittura, artigianato, cucito, cucina; come riesci a coniugare tutto?

Sono tutti interessi che sono nati in momenti diversi della mia vita. Quello che chiamo artigianato, quando a 6 anni pasticciavo con colori, dash, perline, ecc. mia madre lo chiamava far cianfrusaglie. In realtà mi piaceva fare regalini ai miei amici per natale o i compleanni, una scatolina con le iniziali, una collana, degli orecchini, una statuina in tema. Oppure un enorme torrone dipinto su un pezzo di marmo per il mio amico che lavorava nella fabbrica di torroni e che di torroni non ne poteva più. Poi ho scoperto la cucina, grande passione di mia madre, che con amore me l'ha insegnata. Oggi, come mamma e moglie, ho la possibilità mettere in pratica quotidianamente quello che prima era solo un momento di creatività culinaria. Attorno ai 15 anni ho imparato a cucire, inizialmente più per necessità che per piacere: dovevo sempre accorciare l'orlo dei miei jeans. Poi però, visto che il sangue non mente (mia nonna è sarta), mi è nata la passione ed ho finito, molti anni dopo, con il cucire il mio abito da sposa. La scrittura l'ho amata da subito, ovviamente prima solo da lettrice, e mi sono sempre piaciuti generi letterari molto diversi tra loro. A 19 anni ho scoperto di essere capace anche di scrivere libri: è stata una sorpresa, ma anche un amore a prima vista.   


     La tua passione più forte è la scrittura? Cosa significa per te scrivere?

La scrittura è certamente la mia passione più grande. Quando ho incontrato la scrittura ero giovane e, inizialmente, non sapevo che quello che avevo iniziato sarebbe diventata una fantastica avventura che continua ancora oggi. Per me è una grande valvola di sfogo, un luogo in cui incanalare tutta la mia fantasia ed energia che nella vita reale a volte non riesco ad esprimere totalmente. Certo, quando ho iniziato pensavo che tutto quello che scrivevo sarebbe poi rimasto nel mio cassetto. Al massimo avevo immaginato che uno o due amici lo avrebbero letto. Avere pubblicato i miei libri, oggi, mi rende molto orgogliosa e motivata a proseguire con questa mia passione.



 I tuoi libri appartengono a generi diversi, quale preferisci?


Mi stai facendo una domanda alla quale non è facile rispondere. "Luna", il fantasy, è stato il mio primo libro. Scritto a penna sui quaderni. Sudato e travagliato, ma allo stesso tempo genuino e istintivo. L'ho scritto in un momento particolare della mia vita e non può non occupare uno spazio particolare nel mio cuore. "Hope, Alaska" è stato il secondo libro che ho scritto (il primo scritto direttamente al computer). In un certo senso rappresenta una sfida con me stessa: dopo averne scritto uno dovevo dimostrare a me stessa che sapevo scrivere anche altro. Inizialmente non ne ero così convinta. La storia raccontata ne "Le età di mezzo" riprende episodi reali della mia vita e di quella di mia madre. E' un libro che qualcuno ha giudicato troppo sentimentale, ma che per me è la sintesi del rapporto d'amore... l'amore con la A maiuscola. I racconti brevi sono schegge di folli pensieri che inizialmente mi svegliavano la notte. A poco a poco ho riordinato quelle schegge in piccoli scritti ai quali sono molto legata. Da questi poi sono nati "Il Cerchio" e "Grigio", duplice risultato di un esperimento narrativo unitario. Mi chiedi dunque di scegliere  chi amo di più tra i miei figli? Non ci riesco!


In “Hope, Alaska” la narrazione è ben padroneggiata, la mia curiosità riguarda l’ispirazione di questa storia, da dov’è nata? 

Non ero ancora convinta di essere una vera scrittrice e temevo sinceramente di aver esaurito la mia vena artistica con "Luna". Poi ho letto di un concorso letterario, bisognava scrivere un romanzo rosa il cui limite era di circa 130 pagine.  Mi sembra fosse organizzato addirittura dalla "Harmony" (sto parlando di cose del secolo scorso). Così ci ho provato, inizialmente con poco entusiasmo perchè non ero una lettrice di questo genere letterario. Invece mi sono sorpresa ad appassionarmi alla storia d'amore che avevo inizialmente delineato per sommi capi. La svolta arrivò quando mi venne l'idea di rivitalizzare un po' il clichè alla "Harmony" con una bella vendetta: volevo che la protagonista non fosse solo pronta alla rivalsa per un torto subito, ma anche che provasse un po' di gusto ad essere "cattiva" con chi se lo meritava. Da quel momento il libro si è scritto praticamente da solo e ho dovuto faticare per farlo rientrare nelle 130 pagine. Il risultato è stato quello che hai visto, abbastanza lontano dallo stile Harmony.

E la scelta di Hope come ambientazione?

Volevo dare alla storia una connotazione internazionale. Gli Stati Uniti sono stati subito la mia prima scelta perchè sono da sempre visti dagli italiani come un luogo in cui tutto può succedere, se uno davvero crede in quello che fa. Non volevo però la solita ambientazione di una megalopoli tipo New York (quella che vedevo in molti film e telefilm targati U.S.A.). Così ho scelto Boston (che piccola non è, ma è sicuramente meno sfruttata come scena di un libro) e poi ho privilegiato l'Alaska. Luogo che pochissimi conoscono bene (neppure io, lo ammetto) e che perciò potevo rivestire di mistero. Prima ho scelto il nome del paese , Hope (speranza) perchè credo che nel libro tutti i personaggi sono guidati dalla speranza di vedere i propri sogni (anche d'amore) realizzati. Poi ho scoperto che esiste davvero un paese con questo nome (che fortuna!). A cambiare poi la vita della protagonista è stata la natura selvaggia e la bufera di neve: una volta che sei bloccata in un luogo ristretto e senza alcuna possibilità di comunicare con l'esterno non puoi far altro che fare i conti con te stessa.

In questo libro sono ben dosati: passione, amore, rabbia e una rivincita tutta al   femminile, quanto di Francesca c’è in Sara?

Molto. Anche io cerco nei legami affettivi (famiglia, marito, amici) una sorta di coperta in cui abbozzolarmi per sentirmi tranquilla e sicura. Per mia fortuna mi sono fidata di persone migliori di quelle che ha incontrato Sara: la poverina si è ritrovata la coperta stretta al collo. Fortunatamente non ho mai dovuto vendicarmi di qualcuno. Se qualcuno non si comporta bene nei miei confronti tendo a lasciar perdere anche perchè, fino ad ora, nessuno è riuscito a toccare profondamente i miei affetti più cari. Quindi non sono vendicativa, ma solo perchè mi è mancata l'opportunità. Credo però che le persone che fanno del male agli altri meritino di subire una punizione: almeno per essere messe in ridicolo ed espiare così le loro colpe, tra le risate di tutti. Insomma, Sara è riuscita ad esprimere quella sana cattiveria che io ho dentro di me, ma che non ho mai (ancora) avuto occasione di manifestare.

Qual è la tua esperienza di autrice italiana? Vuoi raccontarci la tua strada verso l’esordio?

Come ti ho già detto, ho cominciato a scrivere quasi per caso molti anni fa (quasi 19, per la precisione) e non avevo particolari ambizioni di pubblicazione. Anzi, per qualche anno non ci ho pensato proprio. Anche la scrittura era discontinua, nel senso che, anche se non ho mai impiegato più di qualche mese per scrivere i miei romanzi (5/6 per "Luna", 2/3 al massimo per gli altri), tra un libro e l'altro passavano magari uno o due anni. Sono stata spinta a cercare i primi contatti con il mondo dell'editoria da quello che sarebbe poi diventato il mio attuale marito. Ho così trascritto "Luna" con la macchina da scrivere prima e con il computer poi ed ho spedito il tutto a qualche casa editrice. Ai tempi le uniche risposte che ricevetti erano del tipo "Spiacenti ma non si accettano manoscritti non proposti da agenzia specializzata." oppure (dalle case editrici minori) "Libro molto bello. Saremmo felici di pubblicarlo previo versamento di X.XXX lire/€". Cercai allora di contattare alcune agenzie letterarie. Risultato: molti complimenti ma continue richieste di denaro (che tra l'altro non avevo). Secondo me però dover pagare per pubblicare o farsi rappresentare significa probabilmente che la casa editrice/agenzia non ritiene di investire su di te. Così ho semplicemente rimesso le mie opere nel cassetto per un'altra decina d'anni. L'esordio così è stato rimandato a data da destinarsi. Alla fine però le insistenze di mio marito (persona tenace), la scoperta di Smashwords e degli ebook mi hanno spinta a fare il grande passo e ad auto-pubblicare alcune delle mie opere. Non ti nascondo che mi piacerebbe esordire anche su carta, così un paio di mesi fa ho inviato qualcuno dei miei libri ad alcune case editrici NO-EAP e ad alcune major di cui ho sentito che non richiedono più la presentazione da parte di un'agenzia. Tra 5/6 mesi vedremo se qualcuno riterrà di puntare su di me oppure no. Nel frattempo però, anche grazie al fatto che i miei bambini stanno crescendo, ho trovato qualche piccolo spazio per riprendere a lavorare su alcune opere che avevo lasciato in sospeso e ad altre nuove. Proprio in questi giorni ho pubblicato su Smashwords un libro di ricette!

Cosa ne pensi del mercato editoriale italiano? si guarda troppo agli autori stranieri e poco alle firme italiane?

Come avrai capito dalla risposta precedente, la mia visione del mercato editoriale italiano (soprattutto riferito alle major) non era delle migliori, anche perchè mi era capitato più volte di imbattermi in libri stranieri o italiani pubblicizzati come dei capolavori, delle novità assolute, il nuovo standard di questo o di quello, e così via e che, tolta la patina del marketing e magari una bella copertina, si sono rivelati dei libri normalissimi se non addirittura scritti in maniera approssimativa. Oggi ritengo che la situazione sia leggermente migliorata, anche se continuo a vedere che molti autori più che validi non vengono promossi a favore di altri forse non così meritevoli. Per quanto riguarda gli scrittori stranieri (soprattutto americani o inglesi), sembra effettivamente che gli editori si affidino ai loro scritti quasi ad occhi chiusi (pensa che ad un certo punto, per farmi notare, volevo presentarmi con uno pseudonimo: Scott O'Connell: maschio e straniero). Sono comunque fiduciosa che i grandi cambiamenti che sta subendo il mondo dell'editoria a seguito della diffusione di ebook, internet, ecc. possa portare ad un ulteriore miglioramento della situazione.

Ringraziamo Francesca Verginella per le sue risposte e per averci fatto conoscere qualcosa in più di lei. E voi cosa ne pensate? La conoscevate già come autrice?




Ancella (Monia)

Recensioni a confronto: IL PRECARIO EQUILIBRIO DELLA VITA di Giorgio Marconi

3/25/2013

Buongiorno lettori e lettrici! Oggi vogliamo parlarvi di un romanzo che ci ha colpito ed emozionato. Stefania e Monia hanno letto "Il precario equilibrio della vita" di Giorgio Marconi ed ora sono pronte a condividere con voi le loro opinioni. Buona lettura! 

Titolo: Il precario equilibrio della vita
Autore: Giorgio Marconi
Editore: Edizioni Montag
Collana: Gli Orizzonti
ISBN: 9788896793831
Pagine: 112 p.
Prezzo: € 18.00
Genere: Romanzo
Sottogenere: Narrativa
Anno di pubblicazione: 2012

Trama
Giulio Matreschi, pittore, ricoverato in una casa di riposo, racconta la sua vita a Goffredo, impiegato delle poste che va a trovarlo per consegnargli una lettera giunta a destinazione con un ritardo di cinquant'anni. È la lettera di Clara, l'unica donna che il pittore abbia mai amato e che, se ricevuta nel 1939, avrebbe potuto cambiare la sua vita. Alla vicenda si intreccia la simpatia che nasce tra Goffredo e Yvonne, infermiera della casa di riposo. Le storie dei tre protagonisti si legano nella cognizione che l'Amore non è mai sprecato, ma trova il modo di esprimersi anche a distanza di decenni. Amore che riesce finalmente ad abbracciare le loro esistenze, in bilico e sempre alla ricerca di un equilibrio pur nella consapevolezza della sua inconfutabile precarietà.


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Il pensiero di Stefania:

Giulio, pittore 98enne, vive da anni in un ricovero per artisti di Parigi, giornate sempre uguali finchè un giorno riceve la visita di Goffredo che si presenta all'infermiera Yvonne come funzionario delle poste italiane, incaricato di recapitare un plico a Giulio. Yvonne indica Giulio a quell'insolito visitatore e così Goffredo gli consegna una lettera persa nei meandri di un ufficio postale per circa 70 anni. Strano a dirsi, l'anziano pittore decide di non aprirla subito, sa di chi è e ne ha quasi paura perchè quella lettera l'aveva tanto attesa ed avrebbe potuto cambiare la sua vita all'epoca.
Giulio invita, quindi, Goffredo a fermarsi per il pranzo e intanto inizia a raccontargli della sua vita, dall'infanzia fino alla vecchiaia. Una vita ricca di eventi, sia belli che brutti, da cui Goffredo sembra letteralmente rapito.
C'è poi Yvonne, la responsabile della struttura, che vive di rimorsi e rimpianti. L'arrivo di Goffredo cambierà anche la sua vita alla fine.
Possibile che un funzionario delle poste si scomodi così tanto solo per una lettera? Chi è in realtà Goffredo e perchè è andato a trovare Giulio?
Interrogativi che via via trovano risposta nella mente del lettore in un climax crescente di rivelazioni.
Ho gioito e riso ma mi sono anche rabbuiata a leggere via via la storia, interrogandomi sul destino e sul fatto che ne siamo fautori o meno.
 Una storia breve ma intensa, un peccato che sia finita così presto.



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Il pensiero di Monia:


Il tempo è qualcosa di inafferrabile e misterioso. Governa le nostre vite senza che noi possiamo ribellarci e ci rende in un certo senso schiavi del destino. La nostra esistenza non è altro che lo scorrere incontrastato del tempo e tutto ciò che siamo è sempre in bilico su un filo invisibile che oscilla imperturbato sotto il peso delle nostre scelte. 
Il precario equilibrio della vita”, un romanzo profondo e delicato scritto dalla mano sensibile di Giorgio Marconi e pubblicato nel 2012 da Edizioni Montag, nonché finalista al Premio Le Fenici 2011 e al Premio Nicola Calabria Editore 2011, esplora il senso della vita e del tempo, cercando di carpire il significato dello scorrere di parole e immagini che formano i nostri giorni e che non hanno altro punto fisso che l’amore. Sì, perché in questa giostra caotica dove veniamo trascinati senza avvertimenti o protezioni, non c’è altro modo per non perdere l’equilibrio se non abbandonarsi alla volontà del cuore, l’unico che forse non sbaglia mai la strada. 
Giulio Matreschi è un anziano pittore che risiede in una casa di riposo per ex-artisti in Francia, in compagnia di amici vecchi e nuovi, dell’infermiera Yvonne, e di tanti ricordi insostituibili. Un giorno, Goffredo, funzionario delle poste italiane, arriva in quella dimora di pace e consegna a Giulio una lettera che per un disguido è rimasta nel magazzino per cinquant’anni, una lettera importante che racchiude il destino del ragazzo che era, una lettera che avrebbe potuto cambiare la sua vita. Il pittore, però, non se la sente di immergersi repentinamente nella lettura della missiva e chiede all’uomo di fermarsi per qualche ora a fargli compagnia. Inizia così un viaggio della memoria, uno straordinario percorso a ritroso di cui Giulio ci rende partecipi grazie alle emozioni intense, ai sorrisi e alle lacrime, e alla vitalità inesauribile dei suoi ricordi. La sua infanzia, la scoperta dell’arte e del suo talento, le avventure artistiche e lavorative, il viaggio in America alla ricerca di una svolta professionale, gli anni della senilità, ma soprattutto il suo amore immenso per Clara, che tanti anni prima aveva scritto quella lettera che non è mai arrivata. 
Uno degli aspetti che colpisce maggiormente di questo romanzo è la serenità che trasmette. Nonostante la vita di Giulio non sia andata come forse lui sperava, infatti, il racconto della sua esistenza è sempre ricco di energia e calore, non c’è spazio per i rimpianti perché anche ciò che non è riuscito a ottenere è stato fondamentale per vivere le esperienze che altrimenti non avrebbe mai vissuto. Giulio non si rattrista pensando alle occasioni mancate, ma gioisce di ciò che ha avuto. Non combatte il destino, ma lo accetta e afferra ogni suo dono. 
Giorgio Marconi ci regala una bellissima e piacevole prova narrativa, un’opera ricca di significati importanti, scritta con naturalezza e tatto. Lo stile dell’autore è davvero impeccabile, mi ha colpito e affascinato. La sua prosa è fluida, scorrevole e trascinante, pacata e sobria eppure intensa e toccante. Non esagero dicendo che il libro è scritto egregiamente e che il tono utilizzato da Marconi per esplorare questa storia nella sua totalità è praticamente perfetto e mai stonato. Non ci sono sbavature linguistiche, non c’è un termine fuori posto, tutto è esattamente calcolato. Questo è il racconto di una vita, una narrazione continua che non annoia mai, anzi, spinge a volerne sapere sempre di più! Il romanzo è narrato principalmente dal punto di vista di Giulio, ma in alcune parti si sposta sui pensieri di Yvonne e di Goffredo, così che il lettore può avere una panoramica approfondita degli stati d’animo dei personaggi che abitano la storia. L’ironia con cui il protagonista racconta i fatti della sua vita è sicuramente uno dei punti di forza del romanzo; infatti, la capacità di Giulio di stemperare con la sua gaiezza anche gli eventi più drammatici è importantissima per rendere la narrazione sempre equilibrata e vivace. 
Giulio è un protagonista sorretto da uno spirito forte e luminoso che con le sue parole riesce a tenere sempre alta l’attenzione del lettore. Non è riuscito a vivere il sogno più grande della sua vita, ma questo non gli ha impedito di raccogliere tutti i frutti che trovava sulla strada a mano a mano che proseguiva il cammino. Il suo ottimismo e la sua allegria nei confronti della vita spiazzano e confortano perché questo suo modo di essere elargisce un grande insegnamento che bisognerebbe tenere sempre a mente. La vita non va sprecata, anche se non è quella che avremmo scelto e sperato. 
Il precario equilibrio della vita” è un romanzo intenso e profondo che riserva molti spunti di riflessione sul senso della vita, dell’amore, delle scelte, del tempo e di tutti quegli elementi che contribuiscono a creare il nostro universo. Un romanzo di speranza e buoni sentimenti che apre la mente alla riconciliazione con il destino. Assolutamente consigliato, soprattutto a chi ama ascoltare e leggere storie vere e impregnate, allo stesso tempo, di tristezza e allegria e che riservano anche qualche inaspettata sorpresa nel finale!



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Noi siamo soddisfatte di questo romanzo e vi consigliamo di leggerlo! C'è qualcuno di voi che l'ha già letto? Se sì, cosa ne pensate? Siete d'accordo con noi o avete una diversa opinione?
A presto,
Stefania e Monia

Alaisse

Recensione: "ALBION" di Bianca Marconero

3/23/2013

Buongiorno, lettori!
Sono davvero molto contenta di parlarvi oggi di Albion, il libro di un’esordiente tutta italiana che spero vedremo ancora spesso sul nostro blog: Bianca Marconero.

Scheda tecnica:


Titolo: Albion
Autore: Bianca Marconero
Editore: Limited Editions Books
Prima edizione: 1 giugno 2013
Pagine: 400
Prezzo: € 14,90

Trama

Cresciuto senza madre, e dopo aver perduto il fratello maggiore – morto in circostanze misteriose –, nel giorno del funerale dell’amatissimo nonno, Marco Cinquedraghi riceve la notizia che gli cambierà la vita: deve lasciare Roma e partire per la Svizzera.
È infatti giunto il momento di iscriversi all’Albion College, la scuola in cui, da sempre, si diplomano i membri della sua famiglia.
Ma il blasonato collegio riserva molte sorprese. Tra duelli di spade e lezioni di filologia romanza, mistici poteri che riaffiorano e verità sepolte dal tempo che riemergono, Marco scoprirà il valore dell’amicizia e capirà che l’amore, quello vero, non si ottiene senza sacrificio.
Nelle trame ordite dal più grande dei maghi e nell’eco di un amore indimenticabile si ridestano legami immortali, scritti nel sangue. Fino all’epilogo, tra le mura di un’antica abbazia, dove Marco conoscerà la strada che le stelle hanno in serbo per lui. Il destino di un re il cui nome è leggenda.
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Marco Cinquedraghi ha un padre da incubo e una notevole difficoltà nel gestire la propria boria. Quando al funerale del nonno viene informato che dovrà frequentare l’Albion college, la scuola in cui si diplomano da generazioni i primogeniti della sua famiglia, non perde molto tempo a rimpiangere la vita di prima. C’è solo un piccolo problema: è in ritardo. Tremendo ritardo. Andare all’Albion infatti era onere e onore del fratello maggiore, morto anni prima, e solo il veto del nonno aveva impedito che Marco si iscrivesse a tempo debito.
Ora Marco si trova a dover recuperare due anni di lezioni, tra cui figurano niente meno che filologia romanza e arte del combattimento (non so voi, ma io me la sarei filata a gambe levate senza guardarmi indietro), e per farlo gli vengono affidati dei tutor che Marco non mancherà di strapazzare a dovere.
Non ci vorrà molto per capire che l’Albion non è una scuola come le altre, a partire dal criterio di ammissione che porta alcuni studenti ad essere regolari, e altri ad essere semplici borsisti. Questi ultimi ricambiano la possibilità di studiare all’Albion con vari servizi alla scuola e tra loro figura la bella Helena.
Avrete già capito cosa succede con Marco. Il povero figliolo cade dall’albero come una pera cotta, anche se non lo ammetterebbe nemmeno se l’alternativa fosse amputarsi la mano. In tutto questo, si uniscono una valanga di personaggi tra cui il migliore amico Lance Chevalier Du Lac (non smetterei mai di pronunciarlo, non vi sembra una poesia? Sì, Lance, oltre che tutte le ragazze dell’Albion hai conquistato anche me), oppure Deacon Emrys (il suo nome forse non suona bene come l’altro, ma è impossibile non amarlo) e ancora Erek Greystone e Darlin Blakpool.
All’inizio ammetto di aver insultato Cinquedraghi a più riprese. Se dopo tutto quello che gli ho augurato è ancora vivo deve avere un angelo custode scafandrato. Soprattutto durante la prima caccia (una sorta di ruba bandiera giocato di notte dove ci si scontra anche con spade di legno) a un certo punto credo di aver tirato giù qualche santo con i miei improperi. Andando avanti, però, ho potuto apprezzare la sua evoluzione che mi ha divertito e commosso. Vederlo passare dallo s*****o da schiaffi a un –quasi- normale ragazzo con gli occhioni dolci per la ragazza che gli piace mi ha riempito di soddisfazione. Soprattutto perché lei non sembra cedere facilmente e spero proprio che faccia sudare a Marco sette camicie (potete notare il lato sadico della vostra Alaisse).
Il personaggio che mi è piaciuto di più è sicuramente Deacon. Ironico, un po’ goffo e terribilmente dolce, è entrato subito nel mio cuore e il rapporto che si instaura con Cinquedraghi dopo gli inizi rocamboleschi è a dir poco esilarante. L’ironia dei personaggi è sicuramente un punto di forza della storia e, personalmente, è una cosa che cerco sempre quando leggo. Sotto metterò alcune citazioni, leggetele solo se non vi spaventa il rischio spoiler.
Arriviamo alle note dolenti.
Un aspetto negativo, secondo me, è che fin dall’inizio si capisce che c’è qualcosa di strano, qualcosa di sovrannaturale, ma ci vogliono quasi 150 pagine perché si palesi. Inoltre la trama non fa mistero del collegamento con il ciclo di Artù, quindi ho passato la prima metà del libro a chiedermi quando sarebbe saltato fuori questo collegamento. Certo, i primi capitoli sono stati necessari per introdurre Cinquedraghi nella realtà particolare della scuola, nel parlare dei rapporti che si creano tra gli altri studenti e della sua situazione scolastica disastrosa, ma ammetto di aver disperato, a un certo punto, di raggiungere una svolta. Per capire il legame che c’è con la leggenda dei Cavalieri della Tavola Rotonda bisogna arrivare proprio alla fine e questo, forse, mi ha un po’ rallentato nella lettura.
Nel percorso per arrivare alla verità non mancano gli episodi esilaranti e in particolare tra i dialoghi dei personaggi ci sono delle vere perle, tuttavia ho trovato il libro una sorta di introduzione e vicende molto più intriganti. Non è una cosa negativa, nel senso che in questo libro viene presentata molto bene la situazione e i personaggi, con uno stile molto scorrevole che non mi ha mai annoiato. Diciamo che, da appassionata di scene di battaglie e scontri sanguinosi, ne avrei voluto qualcuno in più alla fine del libro.
Inoltre ci sono alcune questioni rimaste in sospeso che continuano a tormentarmi, a cominciare dall’identità del misterioso M, che aiuta Marco in alcune occasioni, e a cosa si nasconde dietro i cambiamenti avvenuti all’Albion college.
Una cosa che ho trovato molto interessante e, a mio parere, originale è che non c’è un vero e proprio cattivo, a parte Cinquedraghi stesso che non è cattivo, solo str…. Ehm, sì, dicevamo?
Cioè, a differenza di molti romanzi del genere non c’è un Voldemort o un Anello da distruggere, non c’è qualcuno contro cui battersi. Oh, di personaggi negativi ce ne sono a dozzine a partire da Marco, almeno all’inizio, e da suo padre (l’ho già detto che è da incubo?) e le occasioni di scontro sono molte, ma il vero fulcro della vicenda non è combattere contro qualcuno, ma capire cosa ha portato l’Albion alla situazione attuale. Marco e i suoi amici non devono sconfiggere draghi, hanno uno scopo diverso, forse anche più importante, che è quello di comprendere ciò che li circonda e decidere da che parte stare.
Proprio per questo è difficile inquadrare questo romanzo. L’ambientazione è sicuramente fantasy, ma va molto oltre. Parla di crescita, di amicizia e soprattutto di scelte.
Questo primo libro mi ha lasciata insoddisfatta, ma nel senso buono perché mi ha lasciato con il desiderio di sapere cosa succederà a questi personaggi che hanno appena iniziato il loro cammino e che sembra puntare molto lontano!

Se leggerete, anzi, quando leggerete questo libro non esitate a lasciarmi un commento. Sono davvero curiosa di sapere cosa ne pensate ;)

Amaranth

C'è post@ per noi... #3

3/21/2013

È arrivata la primavera, finalmente!
E anche se il meteo non vuole dimostrarlo in alcun modo, noi ci sentiamo cariche e frizzanti. Sarà perché ci siete voi, cari lettori, sempre pronti a sostenerci?
Siamo sempre molto contente che tanti autori ci diano fiducia e ci appoggino segnalandoci le loro opere; la possibilità di parlarvene ci rende ancora più felici. Quindi, bando agli indugi e scopriamoli insieme.




Il morto è servito di Antonietta Usardi


Una delle mie passioni è la buona cucina…sì, be', basta tenermi lontana dai fornelli se non sono dell'umore giusto, ma questi sono dettagli! Antonietta Usardi ha fatto proprio della cucina il file rouge della sua raccolta di racconti gialli.
Una commistione interessante che promette di stuzzicare palato e mente del lettore. Io sono curiosa di scoprire quali sapori avranno i racconti della Usardi: saranno dolci o salati? Mi aspetto sicuramente una gustosa ironia capace di svelare le debolezze e le ricchezze umane.

La bella notizia è che presso questo indirizzo
e per tutto il mese di marzo sarà possibile scaricare gratuitamente la raccolta.

Trama:
Due grandi passioni...i gialli e la cucina... cosa accade se qualcuno per sbaglio decide di mescolare questi due ingredienti? Una raccolta di racconti brevi in cui ciò che siamo diventa ciò che noi mangiamo, dieci storie in punta di forchetta alla perenne ricerca di un equilibrio tra una straordinaria quotidianità ed un'ordinaria follia.

Autrice:
Antonietta Usardi è nata a Milano, città dove vive e che adora, il 29 aprile 1980. Scrive da quando le è stato insegnato e alla scrittura dedica gran parte del proprio tempo. Infatti, mentre si prende cura dei suoi libri, gestisce anche Milano Magazine, dedicato proprio alla sua città. Nel 2011 la critica Cesare Pavese dell'Imaf festival premia Il Dilemma del Pollo. L'anno successivo pubblica il suo secondo romanzo, Morire dal ridere.

Link utili
Il sito dell'autrice: www.antoniettausardi.com
Magazine Milano: milanomagazine.wordpress.com
&nbsp &nbsp &nbsp &nbsp anche su facebook: Milano Magazine
Acquistate l'ebook su: lulu.com; webster.it; unilibro.it e amazon
L'edizione cartacea è disponibile per l'acquisto online e in vendita in tutte le librerie italiane

Moonstone di Gina Laddaga


Una ragazza e un ragazzo.
Lei ha un dono. Lui è un mezzosangue.
Riusciranno a vivere la loro vita insieme?

Trama: Ciara è una ragazza di origini americane, ma ha sempre vissuto nell'antica Montepulciano, cittadina in Toscana, con i genitori e la nonna materna. Quando i genitori devono trasferirsi in America per lavoro e lei decide di restare con la nonna in Italia, incontra un ragazzo con le sembianze di "un dio delle nevi" che appare sempre quando Ciara, forte ed indipendente di natura, si ritrova in strane e pericolose situazioni. Lei non capisce perché, ma l'apparizione del ragazzo è sempre preceduta da quella di un lupo bianco, tanto che ne viene quasi ossessionata. Sawyer, è questo il nome del bel ragazzo, si innamorerà di lei e la trascinerà nel suo mondo, un mondo popolato da lupi, pietre di luna e faide familiari. La ragazza per seguire il suo amato dovrà fare delle scelte: scelte che coinvolgeranno anche persone a lei care.
Ciara e Sawyer sono legati fin dalla nascita, la verità deve essere svelata ai giovani amanti. Sarà una verità scomoda?


Ecco un paranormal romance che vorrei tanto leggere. Trovo che la figura del lupo sia molto affascinante. Voi che ne pensate? Qualcuno di voi l'ha già letto?

Autrice:
Gina Laddaga ̬ nata a Vigevano il 12 febbraio 1987. Il suo primo romanzo Sognami ̬ stato pubblicato nel 2009 dalla casa editrice La riflessione РDavi Zedda Editore. Moonstone ̬ il suo secondo romanzo.

Link utili
Acquista il libro: disponibile al prezzo di € 3,99 in formato Mobi per i Kindle su Amazon, e Epub per i Kobo su iTunes & Kobo.
Link distribuzione MOONSTONE: Indiewords.altervista.org
Pagina Facebook: Gina Laddaga
Blog Tumblr: gladdagabooks.tumblr.com
Twitter: @GinaLaddaga


Tregua nell'ambra di Ilaria Goffredo

Il sogno di Ilaria era ed è raggiungere i lettori e far conoscere la storia che ha raccontato nel suo romanzo. Per questo motivo ha deciso di pubblicarlo e distribuirlo gratuitamente.
Ambientato in Puglia durante la seconda guerra mondiale, il suo è un romanzo storico che può offrire spunti di riflessione importanti. L'amore per la scrittura e la rilevanza storica del romanzo mi hanno convinta ad aggiungere questo romanzo alle mie letture future. Farete altrettanto?

Trama:
Martina Franca, Puglia, gennaio 1943.
L’Italia è entrata in guerra da tre anni e la vita della popolazione peggiora di giorno in giorno. Gli stenti gravano anche sull’esistenza della giovane Elisa, una diciottenne piegata dal terrore del fascismo e dei bombardamenti alleati, dalla fame. Un giorno Elisa conosce Alec, il figlio di una vicina di casa, un uomo misterioso e dallo strano accento; incute in lei un’adorazione che talvolta si tramuta in timore.
In un romanzo che ha il sapore di sole e calce, terra e pane nero, la vita rincorre e sfida gli orrori della dittatura e dei campi di concentramento, spera nelle attività antifasciste e incassa le perdite. Il coraggio di una ragazza che diventa donna. La tenacia di un amore in bilico sull’abisso. Il ritratto di un’Italia che non c’è più. La coscienza di ciò che siamo stati nel flusso della grande Storia.

Autrice:

Ilaria Goffredo è nata nel 1987 e vive in Puglia. Ha viaggiato in tutta Europa lavorando nel settore turistico. Nel 2005 ha lavorato come volontaria in una scuola professionale di Malindi, in Kenya. Ad ottobre 2010 si è laureata in scienze della formazione. Ha vinto diversi premi letterari per racconti e diari di viaggio. È stata giurato ufficiale nel concorso Casa Sanremo Writers Edizione 2013. Cura una rubrica di recensioni letterarie sul blog di Itodei.

Link utili

Download del romanzo:Tregua nell'ambra
Sito dell'autrice: Ilariagoffredoromanzi.wordpress.com

Io penso proprio che questi siano libri molto interessanti e sono certa che qui su Italians do it better – Books Edition ne sentirete parlare ancora. Stay tuned!

Francesca Verginella

Recensioni a confronto: HOPE, ALASKA di Francesca Verginella

3/19/2013

Rieccoci in due per parlarvi del romanzo di una scrittrice esordiente con vari titoli ormai pubblicati. Eravamo in dubbio sul confronto visto che i pareri sono entrambi positivi ma, non possiamo certo discriminare un titolo perchè ci è piaciuto, no?



Scheda tecnica:
Titolo: Hope, Alaska
Autore: Francesca Verginella
Pagine: 278
Dove acquistarlo: Smashwords
Trama: Sara Wood lavora in un’agenzia letteraria di Boston, alle dipendenze di Carl Goodwin. Sara, che si occupa della lettura e della valutazione dei romanzi inediti, si imbatte un giorno in un manoscritto piuttosto bizzarro nella forma ma geniale nei contenuti. Resasi subito conto dell’immenso talento dell’autore, Victor Wolf, convince il suo capo a metterlo sotto contratto. E’ l’inizio della vera fortuna per l’agenzia. Wolf, personaggio fuori dagli schemi, misantropo ed eccentrico, “sforna” un best-seller dietro all’altro. Subito prima di consegnare la seconda parte del suo ultimo lavoro Victor “scompare”. Sara, saputo che lo scrittore si è rifugiato a Hope, un piccolo paesino dell’Alaska parte alla sua ricerca. In questo romanzo è narrata la storia di una donna contemporanea appartenente alla classe media americana, una donna colta, sensibile ed insicura che si è “fatta da sé”. La sua interazione con il mondo circostante si basa su un misto di ingenuità, di luoghi comuni e di false certezze, false poiché date per scontate spesso perché comode. Solo affrontando la vita e le sue situazioni in maniera sincera ed intellettualmente onesta Sara ha l’occasione per crescere, per diventare una persona diversa, più serena ed in armonia con sé stessa. Questo percorso la porta alla serenità, all’equilibrio, non certo alla “santità”. Giudicando di aver subito un torto molto grave da parte di Carl, non rinuncia certo a prendersi la sua vendetta, ottenuta solo grazie ad una meticolosa preparazione. Il vero successo di Sara non è quindi l’essere diventata una persona buona e perfetta, ma bensì quello di essere diventata una persona migliore.

Il pensiero di Silvia:

Quando sono stata contattata dall’autrice, lei mi ha messo di fronte alla scelta dei suoi titoli, molti e che potete vedere visitando il sito http://www.lacasadifrancesca.it/ . L’attenzione è caduta su questo titolo “Hope, Alaska”. Speranza Alaska?! Ho inizialmente tradotto nel mio pessimo inglese, poi mi sono accorta della virgola e che si parlava di un luogo chiamato Hope. Ormai il cervello si era messo in moto e già fantasticava di scoprire Hope e, parliamo chiaro, ad uno scrittore eccentrico e misantropo che scompare non riesco a resistere. E’ entrato così nella mia lista di lettura, l’ho letto velocissimo, mi è piaciuto, ma oggi mentre scrivo questa recensione mi trovo in difficoltà.

Come classificarlo?

E’ distante dal genere che leggo abitualmente e per questo non meglio o peggio, solo diverso. Lo stile è scorrevole, audace, adatto alla storia, a volte sensuale a volte da lacrimoni.

La sensazione che ho avuto mentre lo leggevo è che l’autrice si sia ispirata alle storie di Sophie Kinsella, anche se il registro non è comico, come in molti dei libri di Kinsella. Ma è anche una storia che con più equivoci potrebbe diventare soggetto di un film di Woody Allen.

Boston e l’Alaska al posto di Londra fanno da set. La storia inizia con una ragazza che lavora in una casa editrice ed ha una storia d’amore con il titolare, ormai fidanzato. Tutto fila liscio fino a che lo scrittore “dalle uova d’oro” dell’agenzia letteraria scompare con l’ultimo libro ancora da consegnare e Sara viene spedita dal fidanzato fino in Alaska per recuperarlo. Sara è sorpresa dalla scelta del titolare ma decide di partire, capirà dopo perché il fidanzato l’ha allontanata. Qui comincia la parte Young Adult del libro: la scelta del cambiamento. Ma non incontra vampiri, licantropi, fantasmi; solo uno scrittore folle che le spara sull’uscio di casa con un fucile a proiettili di gomma. Perdonatemi se vi ho anticipato questa scena ma è stata davvero buffa e non compromette niente, nessuno spoiler.

Ad Hope, Sara troverà l’amore e comincerà un percorso di catarsi che è crescita sia professionale che umana. Potrei dire che da ragazza diventa donna.

Il libro non risparmia incontri sessuali piccanti ed emozioni forti che, del resto, rendono credibile la crescita del personaggio. Non posso entrare di più nei dettagli perché vi rovinerei la lettura.

Il libro dosa sapientemente: passione, amore, rabbia e una rivincita tutta al femminile. L’autrice dimostra un’ottima padronanza della narrazione, non ci sono punti deboli.

Una buona storia, divertente da leggere.









Il pensiero di Stefania:

Hope è il nome di una piccola cittadina dell'Alaska ma significa anche speranza, quella di una vita che rispecchi i propri sogni e di un amore che sia travolgente e vero, quello che Sara cerca e vorrebbe nella sua vita.
Sara fa da lettrice per una piccola casa editrice di Boston, scrupolosa esegue il suo lavoro con grande dedizione e il fatto che abbia una relazione con il suo capo Carl non influisce su questo. Lui le ripete che dovrebbe essere più indipendente e così vede il suo inviarla in Alaska per una questione di lavoro, come una spinta che lui le da per spiccare il volo, peccato che le intenzioni di Carl non siano così premurose ed altruiste ma, piuttosto interessate.

In Alaska Sara non solo si imbatte nel freddo pungente che tanto non sopporta ma, finisce per avere un piccolo incidente che potrebbe esserle fatale se non fosse per l'intervento di Adam, lo sceriffo di Hope, che la salva in tempo da un principio di assideramento.
Tra i due, inspiegabilmente, scatta subito qualcosa che sfocerà in una intensa notte di passione in una baita immersa nella neve. Cosa succederà dopo? Si conoscono appena, Sara è fidanzata con Carl e Adam sembra avere una relazione con la locandiera per cui, di cosa si è trattato?
Dovranno prima di tutto capirlo loro e poi lo scopriremo anche noi, senza contare che vivono a 10mila km di distanza!

Una storia non solo d'amore ma di rivalsa poichè Sara sembra uscire dal torpore che la immobilizzava, riuscirà a realizzarsi davvero nella vita ed ottenere ciò che vuole?

La storia è breve ma coinvolgente, a tratti sentimentale e ad altri comica, si legge tutta d'un fiato perchè poco impegnativa ma non per questo va sminuita. Un interessante inizio per una scrittrice esordiente.





Queste sono le nostre impressioni, voi l'avete letto o conoscete l'autrice? Cosa ve ne pare?

A presto, con affetto
Silvia e Stefania

Annarita Pizzo

recensione: ENELSIN ARTIGTON E LA PETRA REGIA - Annarita Pizzo

3/17/2013

Buona domenica lettori del Bel Paese! Qualche tempo fa sono stata contattata da un'autrice italiana, Annarita Pizzo, affinchè leggessi il suo libro e ne scrivessi una recensione. Ho quindi pensato che Italians do it better - Books Editions fosse il luogo più adatto.
Il libro di cui vi parlo è:

Enelsin Artigton e la Petra Regia di Annarita Pizzo


Titolo: Enelsin Artigton e la Petra Regia
Autrice: Annarita Pizzo
Casa Editrice: Albatros
Pagine: 308
Prezzo: 19,50

Trama: Molti sono i cambiamenti che si stanno verificando nel mondo magico, e non certo positivi: la Petra Regia, fonte di ogni magia e da sempre garante della giustizia e del buon governo, è stata scavalcata dalle leggi umane, che, manipolate ad uso e privilegio di pochi, sono divenute lo strumento principale di una pericolosa lotta per il potere.Dopo la sua morte Lord Robert Wilder lascia ad Adrian, figlio del suo amico più caro Sidonio e Custode della Lumerpa, una pergamena molto antica, ritrovata in un'abazia, che potrebbe costituire l'unica salvezza per chi ha ancora a cuore il destino del mondo; essa contiene, infatti, una misteriosa profezia che riguarda il Prescelto, colui che solo potrà opporsi alle forze malvagie che stanno tramando per ottenere il potere. Allo stesso tempo, però, è necessario che la pergamena non cada nelle mani sbagliate, perchè diverrebbe l'arma strategica con cui il Perfidus potrebbe schiacciare definitivamente gli ultimi suoi oppositori.

LA MIA RECENSIONE

Ho affrontato la lettura di questo libro con tantissima curiosità e attesa e sebbene non fossi stata particolarmente affascinata dalla copertina (ma si sa: mai giudicare dalla copertina) mi sono avventurata nel mondo creato dall'autrice piena di fiducia.
Siamo in Inghilterra in una comunità di maghi. La struttura richiama un pò' il mondo potteriano della Rowling: abbiamo tutta una serie di strumenti magici, con i loro nomi di fantasia, utili per la vita quotidiana, il paesaggio "british", mezzi di trasporto particolari, un Consiglio di revisori magici, una pietra da cui scaturisce tutta la magia e la lotta perpetua tra il bene e il male. A capo della società vi è il Custode scelto dalla Petra Regia (la pietra di cui vi parlavo prima) in base alla purezza e alla bontà di cuore. Tradizione vuole che il successore del Custode sia sempre il figlio primogenito di quest'ultimo, ma all'ultima nomina qualcosa va storto perchè la Petra Regia indica come nuovo Custode il secondogenito. A questo punto inizia una lotta tremenda tra il primo figlio, defraudato, che vuole a tutti i costi il potere e gli altri maghi presenti alla cerimonia i quali cercano di difendere il nuovo Custode, Adrian. Ma Enelsin, il primogenito, ha il cuore marcio e avido di potere e scaglia contro il fratello un incantesimo mortale, il quale, però colpisce la pietra che si spezza in due e si incardina metà nel cuore di un fratello, metà nel cuore dell'altro. Mentre Adrian è votato al bene e alla salvaguardia dell'umanità, Enelsin sempre più invidioso e incattivito, cerca in tutti i modi di togliere di mezzo il fratello e ottenere pieni poteri. Nel corso del racconto si scopre, poi, una profezia: esiste un prescelto che sarà in grado di portare a termine la lotta tra il bene e il male, di far pendere l'ago della bilancia da un lato piuttosto che dall'altro e sia Adrian, sia Enelsin sono disposti a tutto pur di ritrovarlo per primi.
Innanzitutto voglio fare i complimenti all'autrice, la quale è riuscita a creare un mondo completamente diverso dal nostro, fatto di magia, incantesimi, strani strumenti e piante con proprietà magiche. Il modo in cui tutto è dettagliatamente e minuziosamente descritto e spiegato, le regole di questa comunità, le leggi, le tradizioni permettono di chiudere gli occhi e trovarsi magicamente accanto ai protagonisti del libro. Niente sembra essere lasciato al caso, ogni strumento, ogni incantesimo o pozione ha la sua specifica funzione, le sue caratteristiche, pregi e qualità e l'autrice ci racconta tutto in modo da poter essere facilmente immaginato. Anche il modo di scrivere dell'autrice è impeccabile, lo stile ricercato: un ottimo lavoro da questo punto di vista. 
Ma...c'è sempre un ma....oltre questa bella cornice, questo ottimo lavoro di scrittura e descrizioni non c'è altro: la storia che aveva in mente l'autrice è piatta. Sembra sempre tutto una grande introduzione, pochissima azione, pochi fatti. Manca la trama.
Sul fatto che l'autrice sappia scrivere, e sappia farlo anche davvero molto bene non posso dire nulla, perchè  Ã¨ la pura verità, ma in questa struttura di parole manca il racconto: è una sorta, a mio avviso, di grande bozza, c'è l'idea di fondo ma manca tutto il resto. 
Ho letto i primi capitoli con avidità creando nella mia mente i paesaggi, gli oggetti e i personaggi che venivano descritti e sfogliato le pagine curiosa di sapere come il tutto prendesse il via e arrivasse alla lotta finale, ma questo inizio, questa attività non si è mai presentata e ad un certo punto leggere Enelsin Artigton e la Petra Regia è diventato difficilissimo: le pagine scorrevano sempre più lentamente e la fine sembrava non arrivare mai e via via mi chiedevo come fosse possibile che dalle ottime premesse, che avevo decisamente visto nei primi capitoli, poi non sia scaturito altro. Quando mi sono resa conto che in realtà era tutta cornice la lettura è diventata noiosa e via via perdevo interesse. La delusione, una volta arrivata in fondo, si è fatta sentire particolarmente. 
Peccato, davvero, perchè ho pensato da subito che le fiducia in questo libro fosse stata ben posta e, invece, mi sono sentita un po' tradita. Sono molte le cose che potevano essere approfondite: ad esempio non sappiamo se il mondo di Adrian e Enelsin sia popolato solo da maghi o se ci siano anche i "Babbani", non sappiamo quasi niente del prescelto di cui parla la profezia, il protagonista buono è quasi un personaggio secondario perchè compare poche volte, pochissime, e ha un ruolo marginale e quasi lo stesso si può dire di Enelsin. Molto meglio descritti e articolati gli altri personaggi, quelli che dovrebbero essere di contorno, ma anche loro ad un certo punto sembrano delle marionette senz'anima. 
Mi aspettavo decisamente di più.






Cristina Hueller

recensione: LA BAMBOLA DI PEZZA - Cristina Hueller

3/15/2013


Scheda tecnica
Titolo: La bambola di pezza
Autrice: Christina Hueller
Pagine: 202
Editore: Autopubblicato su Youcanprint.it
Trama: Ramona è la protagonista di una storia drammatica che la costringerà ad affrontare la dura realtà della schiavitù, alla mercé di un boss senza scrupoli . Sarà costretta a vendere il proprio corpo in un paese straniero, strappata agli affetti più cari, lontana dalla Romania.
La forte amicizia con Anica, una compagna di sventura e le sue parole di conforto aiuteranno Ramona a non abbattersi mai, a continuare a sperare e a sognare una possibile fuga.
Leggendo, scenderete all'Inferno con lei, fino ai “ gironi” più cupi e infuocati della malavita, scoprirete i misteri dell'inganno e della prostituzione e ascolterete una nuova verità: quella delle vittime.
Una storia di dolore e sopraffazione ma anche di solidarietà, di condivisione e di amore. Un legame indissolubile tra Ramona e la sorella Nadia che non si rassegnerà alla sua scomparsa e continuerà a cercarla. La dolce Ramona conquisterà il vostro cuore ma la forte e coraggiosa Nadia vi insegnerà quale raro dono sia avere una sorella.Un finale per niente scontato che vi sorprenderà.

La mia visione d'insieme
Letto tutto d'un fiato e non perchè sia breve ma, perchè la storia prende proprio il lettore e lo coinvolge a tal punto da voler sapere costantemente cosa succede ai protagonisti fino alla fine.
 Una storia forte, con immagini vivide di ogni genere di violenza che ti restano dentro, una storia molto verosimile se non vera, di quelle che purtroppo sentiamo ogni tanto, quando la verità emerge dall'oscurità per qualche frangente ma, che di fatto sono presenti ogni giorno intorno a noi.
 La scena si apre in un cimitero e già questo non lascia presagire nulla di buono, una donna ne piange un'altra e così inizia il flashback sulla loro storia.
 Ramona e Nadia sono due bimbe quando il loro papà viene a mancare e la loro madre è costretta a risposarsi suo malgrado. Il patrigno, purtroppo, è dedito all'alcool e alla violenza, un vero orco che le tormenterà fino alla morte.
 Ramona, ormai cresciuta, si innamora di un giovane, crede di aver finalmente trovato la felicità ed invece quello diventerà il suo aguzzino, colui che senza scrupoli la rapirà dalla Romania e la cederà ad altri suoi pari per ridurla in schiavitù e gettarla nel mondo della prostituzione nel nostro Paese.
Scenari immaginabili ma che in fondo non si conoscono davvero perchè, come dice la prefazione, se i clienti pensassero che le loro figlie o sorelle potrebbero subire le stesse atrocità, di sicuro si ritirerebbero dritti a casa!
Nadia non si rassegna e cerca di trovare sua sorella come può, invischiandosi in traffici di ogni tipo.
Per fortuna, alla fine, giustizia viene fatta, in un modo o nell'altro e di certo non ci si aspetta un tale finale, non voglio dirvi altro per non privarvi del gusto di leggerlo.
Davvero toccante e realistico, consigliato a tutti, specie agli xenofobi.

Indice di gradimento






Alessia

Intervista #1: Conosciamo meglio Amabile Giusti

3/14/2013

Buongiorno signori e signore, lettori e lettrici :)
Chi vi parla è Alessia e sono qui per presentarvi la prima intervista pubblicata sul blog.
Qualche giorno fa ho avuto la possibilità di fare una splendida "chiacchierata" con Amabile Giusti, autrice del più datato "Cuore Nero" e del recente "Odyssea". Ho già postato questa intervista sul mio blog personale, ma mi sembrava una bella occasione riportare le bellissime risposte di Amabile anche qui, nel nostro angolino tutto italiano. Spero troverete l'intervista interessante e spero lascerete qualche commento :)

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Amabile, benvenuta sul mio blog, spero ti troverai bene :) Io sono estremamente emozionata perché non vedevo l'ora di poterti intervistare e chiacchierare con te, per me è un vero onore e un piacere immenso.
Ciao Alessia, anche per me è un vero onore e una pura gioia. Facciamo come se fossimo davanti a un caffè: due amanti dei libri che parlano di parole, personaggi, sogni.

Grazie al tuo gruppo su facebook, ho iniziato a conoscere un po' la vera Amabile, la donna semplice, ma estremamente sincera e umile... Mi piacerebbe che potessi dare qualche indizio ai nostri lettori, sarebbe bello potessero conoscere un po' meglio la donna che sta dietro l'autrice di "Odyssea" e "Cuore Nero".
Il gruppo su Facebook è come una combriccola di amici che si incontrano e si dicono: ehi, hai letto questo? Jordy è carino, ma ha le fette di prosciutto sugli occhi, come fa a non capire che lei proprio non se lo fila? E Odyssea, pure tu cocchina, un po’ di sale in zucca, guarda che Jacko, anche se non vuole ammetterlo, è pazzo di te! Mi piace avere un rapporto diretto e cordiale con i miei lettori. A volte qualcuno si stupisce di questa mia apertura , come se una tizia che ha avuto la fortuna di veder pubblicate le proprie storie dovesse invece ostentare pose. Io sono così, una persona timida ma gentile, che prova un’immensa felicità a confrontarsi a proposito dei libri e delle emozioni che suscitano.

Ho letto "Odyssea" in un fiato e mi sono appassionata praticamente fin da subito. Come hai avuto l'idea di creare Wizzieville? I colori e le stramberie erano già nella tua testa o ti venivano in mente mano a mano che scrivevi il romanzo?
Un po’ e un po’. Quando scrivo sono come una viaggiatrice che per metà programma qualche escursione, e per l’altra lascia fare allo spirito di avventura. La trama di una storia è sempre ben delineata, con le caratteristiche essenziali, tipo Wizzieville come villaggio da fiaba e da cartolina, ma i dettagli vengono via via, mentre scrivo, come se tutto nascesse piano piano sotto i miei stessi occhi e i miei polpastrelli che picchiano sulla tastiera.

Ognuno di noi nella propria mente si crea un'immagine personale dei protagonisti che si trovano nei libri. Tu come immagini Odyssea e Jacko? Hai preso spunto da qualcuno per descriverli sia fisicamente che emotivamente?
Per il carattere di Odyssea ho preso spunto da…me stessa, dalle mie insicurezze alla sua età, dal mio sentirmi a volte un po’ apolide nel mondo, come se non appartenessi a nessun luogo. Il suo aspetto, magro, non bellissimo, vuole essere il simbolo di una vita ancora acerba, in formazione e trasformazione. Non immagino Odyssea in modo preciso, anche se una volta, guardando la televisione, ebbi una folgorazione. C’era la pubblicità di un marchio di orologi, e due ragazzi si baciavano appassionatamente. Quella ragazza giovanissima, di profilo, con lunghi capelli scuri e la carnagione pallida, per me era identica a Odyssea! Non ho più visto quello spot, e forse se lo rivedessi ora non mi farebbe più la stessa impressione, ma allora mi piacque. Peccato che il ragazzo che baciava fosse biondo. Jacko, invece, lo vedo come un incrocio tra due personaggi che ho molto amato nella mia verde età: Terence e Capitan Harlock. Due eroi, ciascuno a suo modo, tormentati e solitari, in un certo senso emarginati, e il pirata spaziale aveva pure la cicatrice sul viso ;)

Come ti sei sentita mentre scrivevi "Odyssea"? Hai avuto paure, dubbi, ripensamenti? O invece ti sei sentita te stessa e libera mentre scrivevi?
Mi sentivo molto libera, molto me stessa e soprattutto molto felice. Ho scritto cinque libri in pochissimo tempo, ero piena di euforia e di entusiasmo. Ogni tanto capitava una crisi, un blocco, come andrò avanti, come scioglierò questo nodo, ma l’idea arrivava sempre, in certi meravigliosi baleni, ispirata da qualsiasi cosa, una persona vista per strada, una frase udita per sbaglio. Talvolta ho eliminato delle parti che non mi convincevano, o le ho riscritte da cima a fondo, finché non ero soddisfatta.

Ti sei resa conto di aver strappato lacrime e forse, anche qualche urlo di disperazione, nel finale del libro? Ti senti almeno un po' in colpa per questo? Ovviamente scherzo :) Ma sono curiosa di conoscere una cosa. Mentre scrivi i tuoi libri, provi a chiederti cosa proverà chi lo comprerà e lo leggerà per la prima volta?
Credimi, non ho pensato che a me stessa mentre scrivevo. Forse è un atteggiamento un po’ egoista, forse è infantile, non so. Non scrivo in funzione di un pubblico. Scrivo per stare bene, per divertirmi, per innamorarmi come Odyssea, come Giulia, come Caterina. Pensa che il primo volume di Odyssea lo feci leggere solo a mia sorella quando già il quinto era il lavorazione. Adesso, quando qualcuno storce il naso dinanzi a certe somiglianze con Harry Potter, vorrei dirgli: hai ragione fratello, ma cerca di capire. Il mondo di Harry mi affascinava tremendamente, ero un’adulta che voleva vivere a Hogwarts, ma mi sarebbe piaciuto un maggiore romanticismo. Così l’ho creato io. Ho inventato una storia che unisse la magia all’amore, alla passione. Una storia sicuramente imperfetta, che in qualche momento può far arrabbiare certi puristi, ma scritta con il cuore, e senza voler copiare nessuno, anzi, una forma di rispettoso omaggio a un’autrice che considero geniale nel suo genere.

Quante volte leggi e rileggi, correggi, cancelli e riscrivi i tuoi romanzi (o pezzi di essi) prima di proporli ad una casa editrice?
Tantissime volte. E poi, in casa editrice, si ricomincia, leggere, rileggere, riscrivere, togliere o aggiungere. E’ un lavoro che non finisce mai. Gli errori, le ripetizioni, le incongruenze sono sempre in agguato.

Cose ne pensi del boom che sta avendo il mercato degli ebook qui in Italia? Pensi sia un vantaggio o uno svantaggio per voi autori?
Se servono a far vendere più libri e a far abbattere meno alberi, ben vengano. Certo, occorre fare attenzione perché temo che possano favorire maggiormente la diffusione di copie illegali e il relativo scaricamento selvaggio.

Come ti sei sentita la prima volta che hai ricevuto complimenti da un perfetto sconosciuto (tramite recensioni o messaggi ecc ecc) per un tuo libro?
Felice ma fortemente incredula, perfino un po’ scettica. Sono talmente autocritica, che non penso di meritare complimenti. Mi domando sempre se la persona che ha scritto questa o quella cosa gentile sia sicura di rivolgersi a me o non mi abbia scambiata con qualche altra autrice che ha scritto qualcosa di davvero bello. Non è una posa, è davvero una mia cronica carenza di autostima.

E per concludere l’intervista, la domanda del secolo :) "Odyssea" fa parte di una serie, avresti qualche scoop da darci a riguardo?
Odyssea è il primo volume di una seria di sette libri. Non voglio fare anticipazioni, dico soltanto questo: la storia tra Jacko e Odyssea diventerà sempre più intensa e passionale. Se vi piacciono le storie che parlano d’amore, allora non perdetevela.

E’ tutto carissima Amabile, spero ti abbia fatto piacere questa chiacchierata e ovviamente spero potremo ripetere in futuro. Spero anche di poter leggere presto il proseguimento di “Odyssea”.
Ti ringrazio, è stato piacevole e divertente e tu sei stata un’ospite meravigliosa. A presto, spero!
Ti ringrazio moltissimo per la disponibilità e la gentilezza, per la simpatia e per la sincerità che hai ogni volta che chiacchieri con un tuo fan. Grazie!

Baci,
Alessia

c'è posta per noi

C'è posta per noi ... #2

3/12/2013

Italians do it better - Books edition siamo molto felici. Non perdiamo altro tempo e passiamo a dare una sbirciatina nella nostra posta. 
Buondì cari lettori ^_^, tanti autori, esordienti e non, ci hanno contattato per segnalarci le loro opere e noi otto lettrici di


 La bambina senza cuore di Emanuela Valentini

Romanzo d'esordio della collana Speechless BooksLa bambina senza cuore di Emanuela Valentini è una novità nel panorama della narrativa fantastica, è un libro ma anche un progetto multimediale, nato per essere ascoltato oltre che letto. E' impreziosito dalle illustrazioni di Giampiero Wallnofer, dalla grafica di Petra Zari e dalla voce di Cristina Caparrelli; e sarà disponibile in dowload gratuito a partire dal 25 marzo. Possiamo definirlo un libro "multisensoriale" e sono molto curiosa di vederlo!




 Trama:

Whisperwood, 1890. Lola, dodici anni, si risveglia nella buca di neve in cui è stata sepolta. Non ricorda nulla. Sul suo petto una ferita aperta, testimone di un gesto efferato. 
Whisperwood, 1990. La vita di Nathan, quattordici anni, cambia la sera in cui decide di infrangere il coprifuoco che vige a Whisperwood. L'incontro con Lola, la pallida fanciulla che abita in un cimitero in rovina con un angelo di marmo, un gargoyle e un poeta dall'animo inquieto, sconvolgerà la sua esistenza per sempre. Un viaggio a ritroso nelle pieghe del tempo. Un'antica maledizione. Un tortuoso percorso verso la verità. 

 Autrice:

Emanuela Valentini vive e lavora a Roma, ma è Londra la città dove il suo cuore si sente a casa. Adora i classici della letteratura ottocentesca per lo stile inimitabile e i temi trattati, ma legge di tutto. Crede nel potere educativo e curativo dei libri, delle parole. Scrivere, per lei, è essenziale come il respiro e lo è sempre stato. Autrice di strane storie, ha un paio di romanzi weird nel cassetto, insieme a un'enorme opera di natura indefinibile di cui preferisce non parlare prima di averci messo pesantemente mano. Il 7 marzo 2013 vedrà la luce della pubblicazione, con il marchio Il Libraio di GeMS, l’opera giunta tra i trenta finalisti del Torneo Letterario IoScrittore 2012, dal titolo Ophelia e le Officine del Tempo.
Il suo racconto Cronache di un mercante di stelle comparirà in un'antologia di prossima uscita per GDS Editore. La bambina senza cuore Ã¨ una vecchia fiaba, riscritta e curata, amata tanto da cucirle intorno un abito di lucente splendore.

Link utili:
Segui Emanuela Valentini su Facebook: www.facebook.com/EmanuelaValentiniSpeechless

Segui Speechless Magazine su Facebook: www.facebook.com/SpeechlessMagazine
A questo link il booktrailer di Valentina Maschio:
http://goo.gl/Uu6nC
Il sito ufficiale, in continuo aggiornamento, su cui nella sezione "Media" è possibile ascoltare alcuni reading del testo: www.labambinasenzacuore.it 

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La bambola di pezza di Cristina Hueller
                                                                                                                                   


Trama:

Ramona è la protagonista di una storia drammatica che la costringerà ad affrontare la dura realtà della schiavitù, alla mercé di un boss senza scrupoli . Sarà costretta a vendere il proprio corpo in un paese straniero, strappata agli affetti più cari, lontana dalla Romania. 
La forte amicizia con Anica, una compagna di sventura e le sue parole di conforto aiuteranno Ramona a non abbattersi mai, a continuare a sperare e a sognare una possibile fuga. 
Leggendo, scenderete all'Inferno con lei, fino ai “ gironi” più cupi e infuocati della malavita, scoprirete i misteri dell'inganno e della prostituzione e ascolterete una nuova verità: quella delle vittime. 
Una storia di dolore e sopraffazione ma anche di solidarietà, di condivisione e di amore. Un legame indissolubile tra Ramona e la sorella Nadia che non si rassegnerà alla sua scomparsa e continuerà a cercarla. La dolce Ramona conquisterà il vostro cuore ma la forte e coraggiosa Nadia vi insegnerà quale raro dono sia avere una sorella.Un finale per niente scontato che vi sorprenderà.

Autrice:

Cristina Hueller: è di Salter di Romeno - Val di Non, Trentino Alto Adige, 58 anni. Ama la natura, gli animali, adora leggere e scrivere. Nella sua biografia scrive: "Vi assicuro che " la bambola di pezza" vi farà commuovere, indignare e soffrire, ma anche sperare in un mondo migliore". E' il suo esordio.  

Link utili:
La pagina dell'autrice  http://ilmiolibro.kataweb.it/community.asp?id=56984
Facebook http://www.facebook.com/pages/La-bambola-di-pezza-di-Cristina-Hueller/332160310135534

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L'ombra della luna di Laura Randazzo


Trama: 

Nord Inghilterra. Oldgrove. Alex Ryan non ha avuto una vita facile. Abbandonata in una stazione di servizio alla nascita, è cresciuta in un istituto, rifiutata come merce avariata dalle famiglie adottive a causa del carattere freddo e schivo. Adesso vive lavorando come buttafuori in un locale e affrontando combattimenti clandestini all’arma bianca. Quando nella sua esistenza piomba Michael Barclay le cose si complicano. Perché Michael è un licantropo, figlio minore della capobranco di Oldgrove... In una notte senza stelle, Alex salva la vita dell’uomo-lupo e i loro destini si intrecceranno per sempre.
L’ombra della luna è il primo capitolo della saga “La stirpe delle Lowlands”.

Autrice:

Laura Randazzo nata a Palermo, qui lavora come scrittrice, architetto e designer. Ama fare passeggiate in montagna e snorkeling a mare. Suona la batteria e legge tantissimo. A marzo 2012 è stato pubblicato il suo primo libro: L'ombra della luna.

Link utili:


Noi non ce li faremo certo scappare e presto potrete leggere cosa ne pensiamo su Italians do it better - Books edition. 
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